L’Unione Europea (UE) si è posta l’obiettivo di creare una crescita economica diffusa e equamente condivisa in Europa per promuovere stabilità e prosperità economica. Questo obiettivo è stato in gran parte raggiunto grazie alla crescita economica diffusa che ha caratterizzato gli ultimi decenni. Tuttavia, a seguito della crisi finanziaria ed economica del 2008, è aumentata non solo la percentuale di persone in condizioni di povertà, ma anche la percentuale di persone a rischio di povertà in seguito al peggioramento della situazione economica nel proprio Paese di origine e nella UE.

“Un’analisi integrata degli indicatori dell’Indagine Europea sulla Qualità della Vita e di Eurobarometro 2009 e 2010 mette in luce il fatto che la crisi economica e finanziaria ha portato a un declino della qualità della vita in Europa. Questo è più evidente per chi vive nei Paesi più colpiti dalla crisi. In seguito alla crisi finanziaria, gruppi vulnerabili come i disoccupati, le persone anziane e i pensionati, così come le persone che fronteggiano difficoltà economiche, hanno subito un significativo peggioramento di well being e qualità della vita.” (Estratto dal Rapporto Eurofund 2012)

I governi democratici hanno faticato a trovare una risposta ai problemi più sentiti dai cittadini europei e l’Europa fronteggia un periodo di crisi che costringe a una riflessione sulla qualità e sulla direzione delle strategie politiche ed economiche europee. Con riferimento all’Italia, non ostante il livello di disuguaglianza di reddito sia rimasto relativamente stabile negli ultimi vent’anni, si è sempre mantenuto tra i più alti in Europa. Un aspetto preoccupante e con effetti potenzialmente devastanti per il futuro dell’Italia, è il tasso di disoccupazione tra i giovani di età compresa tra 25 e 34 anni che nel 2014 era al 19% (6 punti percentuali più alto della media europea). Questo elevato tasso di disoccupazione ha colpito anche i giovani con un livello educativo elevato: considerando i giovani laureati di età compresa tra i 25 e i 34 anni, il tasso di disoccupazione nel 2014 era al 16%. Dal 2011, il tasso di disoccupazione per i giovani laureati è cresciuto del 46%, i salari reali sono diminuiti del 20%, e l’utilizzo di contratti temporanei, disoccupazione di lungo periodo e over-education sono aumentati.

Questo tasso di disoccupazione, è solo uno dei tanti segnali delle continue e profonde difficoltà che fronteggiano le generazioni di giovani che si affacciano al mondo del lavoro e trovano opportunità limitatissime. Disuguaglianza e disoccupazione mettono a rischio mobilità sociale, opportunità educative e miglioramento della qualità della vita, creando un circolo vizioso for le future generazioni di italiani. Un’ampia letteratura ha dimostrato quanto dannosi siano questi circoli viziosi per la politica, l’economia e la società in cui emergono. Non è quindi sorprendente che il livello della soddisfazione con il processo politico democratico in Italia rimanga tra i più bassi in Europa.

Al tempo stesso, molti paesi europei faticano a rispondere ai flussi migratori in crescita, sia in entrata che in uscita. La questione complessa dei flussi migratori in Europa e tra paesi europei mette alla prova e pone una sfida a ciascun paese europeo e alla coerenza del progetto di unione europea nel suo complesso. La mancanza di soluzioni eque e condivise è dovuta a un’iniqua distribuzione di responsabilità tra paesi, a partiti politici sempre più polarizzati, a eventi di carattere internazionale che sembrano far crescere piuttosto che alleviare i flussi migratori.

Se l’economia non funziona al servizio della società e la politica è ritenuta incapace di portare rimedio e proporre soluzioni efficaci alle sfide che la società fronteggia, si è di fronte a problematiche e domande cruciali per il futuro dell’Europa. Mentre economisti e scienziati politici hanno identificato e studiato questi fenomeni convergenti, c’è stato un dibattito limitato sul ruolo che il moderno stato-nazione e il sistema economico devono svolgere.

Il Centro per la Ricerca e il Progresso Sociale è stato fondato per promuovere e supportare nuova ricerca come strumento per fornire risposte a questi dilemmi. Il nostro obiettivo è stimolare un dibattito e un’analisi di altissimo livello che rafforzi l’interazione e la collaborazione tra università, decisori politici, e cittadini, per produrre, supportare e promuovere nuova ricerca che non sia solo in grado di rispondere alle sfide a cui siamo oggi di fronte, ma che sia anche accessibile a tutti.

Il Centro per la Ricerca e il Progresso Sociale è stato fondato da due economisti e da uno scienziato politico convinti che promuovere un’attività di ricerca rigorosa, per la messa in atto e l’efficacia di interventi di politica pubblica, e in grado di fronteggiare le sfide di oggi e anticipare le sfide future, sia di importanza e rilevanza cruciale per trovare risposte ai problemi che l’Europa oggi fronteggia. Il Centro offre un luogo di incontro per accademici e ricercatori per condurre analisi empiriche originali e innovative di altissimo livello su temi di rilevanza economica e politica per l’Italia e per l’Europa.